Premesso che tale musica - sia pur filologicamente restaurata alla purezza, nonostante invecchiata nei sentieri del tempo - nemmeno si può modulare bene, cantata per diletto estetico o ostentazione della bella voce come a concerto; poiché va fatta nel culto divino a suo luogo per devozione e comunque corale in genere... Segue un repertorio di 'poco ma squisito' canto gregoriano: nel senso non tanto solo di selezione di brani comunque fra i migliori e più noti del genere; ma soprattutto nel senso piuttosto di (almeno qualche esempio) eseguito bene modulato. Cioè secondo l'applicazione del
metodo figurato metrico e vocale naturale, conforme appunto alla definizione di 'musica scienza della buona modulazione' tradizionale antica, come si vedrà.
Perciò nessuna meraviglia se sia cantato pure da >>>voce scarna o non curata, come quelle del popolo dei fedeli inesperti in genere (richiamati da altri impegni più importanti che stare ore a vocalizzare soltanto in genere sovente infatti). A loro infatti destinata soprattutto o in primo luogo assieme al sacerdote. Invece talvolta questo ultimo rinuncia pure a cantare sembra, infatti, altrimenti, come stonasse. Come anzi perfino non avesse >>>senso armonico, ritmico e canoro: insito per natura invece perfino negli animali irrazionali. Mentre invece sono i nuovi lirici, accompagnati in genere >>>su chitarra o strumento non intonato su armonia naturale come la voce invece, che sfigurano, non sanno, ma confondono tutti pure. La bella voce infatti viene non prima ma dopo la buona modulazione, come anche >>>le bestie cantano ma non conoscono la musica. O forse l'usignolo non lo fa per un mero piacere sensuale soltanto sulla guida del senso e del ricordo: cose tutte che l'uomo animale razionale pure ha in comune con esso tuttavia?
Anzi, non va bene il canto pur gregoriano ma fatto, eseguito al modo delle bestie. Cioè appunto in modo libero, senza misura: con tutti valori non modulati, ma solo varietà, difettoso in proporzione di uguaglianza in genere. E' solo passione, come hanno le bestie... Ma nemmeno va bene eseguito al modo di robot anche. E cioè appunto in modo piano, senza sentimento alcuno: con tutti valori misurati e modulati, solo meccanicità, eccessivo in proporzione di uguaglianza in genere. E' solo modulazione, come quella qui >>>virtuale di pc pure (sebbene tuttavia pre-programmata un po' a dare buono andamento)...
Perciò le esecuzioni di canto gregoriano qui registrate, servono più a questo fine e sono dimostrative della buona modulazione soltanto. Insomma si è cercato di bene modulare il canto quanto più, secondo le circostanze, come soltanto il musicista sa e può fare in genere. Lui che solo ha cuore per poter mettere sentimento giusto a differenza del robot; e intelligenza per poter conoscere la modulazione dei suoni del canto a differenza dell'usignolo.
Così anzi mostrerà pure che non è affatto digiuno di musica, o almeno ad essa profano, l'esecutore, come invece certi cantanti nelle chiese di oggi. E anche se >>>>autodidatta, che nemmeno un titolaccio di pianoforte - nemmeno si dica organo a canne - insomma è riuscito a raggiungere a suo tempo, nonostante gli >>>assaggi eseguiti e oggi così inflazionato (al punto che si sarebbe voluto aumentarne ancora più il numero di anni - 10 - di corso... Mah!, dovrebbero diminuirli). Del resto però nessuno poteva titolarlo di gregoriano, quando ancora la buona modulazione era di là dal riscoprirsi e tanto meno quindi dall'essere insegnata (come tutt'ora ancora sembra) a scuola. Dove non si dovrà prima o poi forse? Ma già solo il tempo >>>>fra esperienze religiose musicali e o musicali religiose, per riscoprirla, non ha permesso il pianoforte - tanto meno l'organo - a parte altro. Ma ne è uscita la pubblicazione La Regola d'Arte, in cui riscoperta e riproposta l'armonia di questa buona modulazione gregoriana, dal 1998 già. Poco più e finisce pure >>>l'armonia delle sfere, senza cantarla: ma non giova all'uomo...!
Qui sono riportati alcuni dei più noti brani gregoriani, fra quelli bene modulabili. Cioè non con melismi troppi complessi, cioè oltre dieci note in genere su una sillaba. Questo l'unico limite del metodo forse. Cioè qualora non si tratti di errate lezioni filologiche; o aggiunte arbitrarie di tropature del periodo; o simili... O forse, visto che ciò invece purtroppo capiterebbe, specialmente in brani tardivi scritti dagli albori della polifonia nascente in poi, allora essi usano o frammischiano altri criteri di interpretazione ritmica tipici di quella. Come in brani di alcune messe del Kyriale, sembra dal sec. X almeno composte. Allora? 'Meglio poco ma buono'! "Non il molto sapere sazia e soddisfa l'anima, ma sentire e gustare le cose internamente" (sant'Ignazio di Loyola, Esercizi Spirituali 2). Se non si può bene modulare, interpretare, quale bellezza vera dell'arte: e nel culto di Dio?
"Deve essere santa.... non solo in se medesima, ma anche nel modo onde viene proposta per parte degli esecutori. Deve essere arte vera" (san Pio X, Tra le sollecitudini I,2).
Per il resto infatti non serve grande studio per cantare il gregoriano, canto del popolo in genere. Con la voce per bene cantare, bisogna sapere bene respirare, dicevano gli antichi sembra, soltanto: stare dritti e , respirare col diaframma del petto (cioè come nel sonno, come anche nello yoga) in modo che si formi il suono in gola non in testa.
Il respiro è stabilito dai trattini verticali nella notazione; in genere messi per riuscire a ben tenere con il respiro la lunghezza dei testi, modulando nel giusto andamento. Così nei salmi avviene anche in genere alla fine di ogni coppia di versetti lungamente, brevemente in caso alla fine del primo versetto (in corrispondenza rispettivamente dell'asterisco * e della crocetta + nei libri liturgici). I trattini infatti sono anche più o meno lunghi per indicare maggiore o minore pausa di respiro. Né serve l'organo a sostenerlo con armonie stravaganti, se non >>>omofonicamente almeno e comunque se non temperato, per non falsarlo. Come detto dettagliatamente riguardo al criterio figurato metrico di interpretare il gregoriano.
Dove visto pure >>>l'accompagnamento omofonico naturale in caso al canto gregoriano
nel tono vocale il >>diapason 440 hertz = DO (cioè C = 2/1 su sonometro).
I brani sono divisi qui in >versi e prose.
Per ragioni tecniche estetiche di esecuzione in genere il diapason,
è variato dallo scolastico e concertistico usuale. Per il canto vocale = C (DO) = 2/1 su sonometro; ossia C = 440 hertz (in unità di misura moderna della frequenza del suono). Similmente per il canto virtuale, dove inoltre specialmente è assunto il metronomo 215 = tempo sillabico primo (breve) del ritmo verbale in genere.
Per il canto melodico della sola tastiera elettronica infine è = A (LA) = 440 hertz circa (+ o - 50 cents)).
Le chiavi di lettura sono in C (DO) e F (FA):
Infine il latino dei canti è pronunciato secondo non come sarebbe o dovrebbe essere stato un tempo, ma come si usa nelle regole fonetiche ed ortografiche della lingua italiana, che corrisponderebbero poi grosso modo a quella detta ecclesiastica derivata da tradizione linguistica (altri luoghi userebbero pronuncie diverse e migliori e più vicine al vero latino antico anche). Dando preminenza anziché ad appurare la pronuncia linguistica storica alla dimostrazione musicale