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Ritmo - Tono



'GREGORIANA'
italiano MUSICA OMOFONICA VOCALE english VOCAL OMOPHONYCAL MUSIC latinorum MUSICA OMOPHONICA VOCALIS


"sotto il profilo della durata delle note.... la monodia gregoriana.... è uno dei problemi piu annosi e cruciali che si siano posti e si pongano agli stdiosi" (d. G. Cattin, Storia della musica 1, Il Medioevo I, a cura della Societa Italiana di Musicologia, EDT, IV ristampa 1987)

"La musica è la scienza del bene modulare.... una breve sillaba breve sia prodotta in più lungo lasso di tempo, non fino alla sillaba lunga.... il diletto sensibile non coglie queste differenze e prova piacere di fronte a rapporti sproporzionati come fossero proporzionati. Che cosa c’è di più brutto di un simile errore e di simile sproporzione? Ne siamo quindi ammoniti ad allontanare il piacere di quellecose che imitano la proporzione e sebbene soddisfano non possiamo comprendere". (sant'Agostino, De Musica....)

La bellezza dell'arte vera è come la bellezza splendente della donna vestita di Sole, la bellezza dell'arte falsa come la bellezza oscurante della donna nell'efa, bibliche. Nella chiesa c'è l'antcristo perché c'è falsa bellezza artistica




Ipse dixit
urgentia disciplinae sensibilitatis musicae...

urgenza formazione sensibilità musicale...
urgency of musical sensibility training...

Ipse dixit
nova cantus esse ut passatibus...,

i nuovi canti siano all'altezza dei passati...
the new songs be higth like the past songs


Ipse dixit
pulchrum et bonum formales substantiales...

bello e buono formali sostanziali...
substantial formal good and beautiful...
















MUSICA 'GREGORIANA' FIGURATA METRICA (QUADRATA)
"scientia bene modulandi"
(scienza del bene modulare)


RITMO           TONO





In questa pagina si citano brevi precisi riferimenti testuali autoritari che mostrano la musica gregoriana scienza della buona modulazione praticamente, all'atto di aver a che fare con le note e i suoni della musica concretamente, quasi per supportare o corroborare il metodo figurato metrico vocale naturale di interpretazione del gregoriano. Anzi l'unico metodo gregoriano vero. Il cui risultato musicale si può ascoltare a sua volta nella pagina del 'piccolo ma squisito' repertorio gregoriano.

Riferimenti alternativi con più approfondimenti relativi a ciò sono contenuti in lettera aperta al papa, questioni musicali, esempi di lettere sul giusto modo musicale, modulatore o cantore virtuale informatico, articoli, esempi di salmodia, lezioni e soprattutto nelle regole gregoriane allegate alla LETTERA AL PAPA APERTA A MUSICISTI E TUTTI I CRISTIANI NON SOLO...

In sostanza si può riassumere che, per 'bene modulare' l'antico canto gregoriano, si canta come si parla, innanzi tutto (dimenticare ad esempio la formula salmodica tutta uguale con finale solo lunga, schema ritmico fisso - nenioso lagnoso - derivabile solo dalla musica figurata mensurabile strumentale). Cioè - per quanto concerne l'esperienza dei sensi e dando più andamento espressivo giusto che metronomico ovviamente - dove cade l'accento, tonico di prosa o lungo di metrica poetica, rispettivamente, il suono si fa lungo doppio tempo, di dove non cade (ovvero è atono o breve). E dove sono più note, lungo o breve il tempo del suono, si suddividono in durate uguali in prosa o quanto più simili (cioè regola dell'uguaglianza) al ritmo generale (piede) metrico in poesia, in quel tempo. Semplicemente! Perché è natura del linguaggio umano, che il significato delle parole dipenda dall'accento e dal tipo di lettere del suono (come fra prìn-ci-pi, re, e prin-cì-pi, inizi, altrimenti uguali). Per riconoscerne il suono, capirne il senso e cantare bene come Dio comanda specialmente, con forme sante in sérealmente anche musicali. Infatti così solo ad esempio si può salmodiare bene in canto gregoriano pure, cioè andando in giusto andamento di tempo cadenzato dagli accenti verbali, perché così l'accordo fra accenti delle parole finali del verso e della cadenza finale dei toni - specialmente a due accenti - salmodici gregoriani diventa orecchiabile facilmente con un po' di pratica. E bastando scorrere appena avanti con l'occhio, mentre si canta, per vedere il numero e la lunghezza delle parole di più o meno sillabe, come per i segni * e + tipici dei libri salmodici. Senza fare quella lagna o nenia tutta uguale più o meno frettolosa e veloce dall'inizio alla fine del versetto salmodico cantato, scusando perché gli antichi avevano orecchio o imparavano tutto a memoria. Per questo forse è caduto l'ufficio a monumento quasi pure e il suo posto l'ha preso il rosario. Come infatti sant'Agostino nel De Musica (fatto "per la necessità di confutare gli eretici" conclude e al tempo del gregoriano vivo di tradizione orale nel IV secolo circa, quindi come testimone diretto, coetaneo infatti anche di sant'Ambrogio a cui risalgono molti inni gregoriani - come chiamati i canti poi riordinati nella riforma liturgica di papa san Gregorio Magno) >>>dimostra - come si citerà di qui - che il canto latino ha un ritmo verbale che si succede attraverso sillabe lunghe e brevi. Queste oggi corrispondono semplicemente a sillabe accentate toniche e non nelle lingue moderne (>>qualitative e non >>quantitative come il latino gregoriano, ma corrispondenti con esso in ciò - perché è natura umana, inderogabile!).

Questo si può dire ritmo verbale naturale (o >>>figurato metrico), ed è secondo tradizione vera quanto più pertanto. Infatti il ritmo scandito dall'accento delle parole, in modo che si canta come si legge, deriva direttamente dal testo. E siccome nel gregoriano il testo è biblico o liturgico quindi ha forme anche più sante così. E si fa con andamento moderato in genere; o appena più lento se il tono e genere del salmo è triste o veloce se allegro, in genere, come in tutta la musica che si rispetti. Ma ciò dipende anche dal numero di note che si cantano su una sillaba, giusta la revisione filologica testuale. O se brani tardivi non usino anzi criteri di misurazione ritmica della polifonia nascente (imperfetta ancora), come certe messe molto melismatiche. Così ad esempio nella salmodia, come il tono salmodico dipende dal numero del modo dell'antifona, così anche la velocità di andamento da questa, secondo cioè quanto elaborata e che ha anche figurazioni molto o affatto melismatiche (vedi esempio >>Resurrexit...) in Ma comunque così cantato bane modulato ci si sofferma di più* anche sulle parole che nella recita verbale ovviamente. Anziché fare tutta una corsa, o nenia e lagna e non musica, con tutte le sillabe uguali dalla prima all'ultima sola un po' allungata. E se la parola è "prìncipi" o "princìpi" ad esempio non fa differenza, bisogna arrangiarsi a non intendere bene anche. E come può essere forma santa dunque già solo per questo? Il gregoriano non è martellato con tutte le note uguali, sarebbe ormai chiaro. Come pure nemmeno è libero senza misure ritmiche, come se si apre bocca e si da fiato a piacere, come l'usignolo praticamente. Perfino dunque dove non si direbbe, nei recitativi e declamati più semplici e non soltanto nei canti metrici poetici più elaborati, perfino lì è e può eseguirsi come 'scienza della buona modulazione'. Infatti, caduta la tradizione orale del gregoriano e esso dimenticato, se il De Arte Musica dello pseudo Aquino (ignoto autore) lo diceva "plana musica", che "per mensuram.... non procedit", cioè amensurale, il vero san Tommaso di Aquino in Summa Teologica I.... diceva invece al contrario "musica procedit ex principiis per arithmeticam notis" con tutta la tradizione passata cristiana. Quindi il "cantus planus", cioè canto piano come "sinonimo di canto monotono" era sbaglio grosso o si diceva solo in riferimento alle misure del mensuralismo figurato (non verbale) della polifonia nascente allora. Ma anche l'interpretazione con "ritmo libero" - similmente cioè amensurale - a fondamento della "scuola di Solesmens" da tempo è anche certo "lungi dal raccogliere il consenso unanime dei gregorianisti" e "lo sviluppo recente della semiologia gregoriana rende [....] ancor meno accettabile" (Storia della musica 1, Il Medioevo I, G. Cattin, a cura della Societa Italiana di Musicologia, EDT, IV ristampa 1987). Il ritmo è l'anima della musica insomma tradizionalmente: tolto questo giusto è come morta la musica!

E ancora anche papa san Pio X nel suo 'quasi codice giuridico di musica sacra' (Inter sollecitudines pastoralis) diceva solo che "gli studi più recenti hanno sì felicemente restituito [il canto gregoriano] alla sua integrità e purezza" e non 'perfettamente', come anche il concilio Vaticano II ordinerà una edizione gregoriana ancora più critica. Anche se ciò è forse relativo più riguardo al tono. Ma anche nel modo figurato metrico di interpretare il gregoriano, il ritmo si ricava dal numero di note sulle sillabe nella loro lunghezza o brevità rispettivamente, come detto sopra. E quindi è importante anche per il ritmo il testo filologico corretto delle notazioni quadrate antiche. Se per il tono giusto si tratta soltanto di usare l'armonia di specie naturale (o zarliniana detta nella polifonia per l'uso di più suoni alterati... - i tasti neri dell'organo), per >>>l'armonia umana già solo. Sonorizzata su >>>sonometro o fissata su strumento artificiale mediante accordatura e intonazione di esso. Su cui similmente poi si accompagnerà il canto gregoriano in caso solo a unisono e - per le voci acute e gravi - ottave come scritto nell'edizione tipica del resto di cui la Divini Cultus di Pio XI sopra detta. A fine di non falsare anche questa armonia tonale musicale gregoriana come già il ritmo. Per non ridurre così il gregoriano a qualcosa mai esistito né cantato in pratica, all'atto dell'esecuzione vera e propria della musica.

E comunque ancora se accompagnando il gregoriano, facendolo in caso su uno strumento non temperato. Come invece resi gli organi in genere nelle chiese fra gli >>errori dell'applicazione della riforma liturgica conciliare. Tale strumento infatti allora in caso è buono al più per farci una sonata, >>ben elaborata ispirata (il temperamento avendo reso in effetti gli strumenti artificiali più umani, quasi capaci di cantare, in certo senso), ma non accompagnare il canto. Infatti nel gregoriano la voce gravitando spontaneamente su intonazione >>>naturale (zarliniana), come appena sopra detto, per l'armonia umana (gli >>>armonici naturali i primi che costituisono la natura del senso anche), se lo strumento è temperato invece deve adattarsi ad esso come i cantanti lirici dell'opera, per non stonare. Come può fare capire bene un confronto sonoro fra le due diverse specie di scala o armonia, naturale e temperata. O comunque si può avere esperienza di ciò quando, iniziando un canto dallo stesso tono, a confronto con la chitarra (strumento oggi divenuto sacro temperato per eccellenza...), proseguendo da sola, la voce poi termina un poco più bassa o alta e >>scende o sale rispetto alla giusta intonazione della chitarra. Ciò non è un errore della voce: poiché dipende dalle due differenti specie di armonia, come sopra detto. E non sarebbe normale se non avvenisse così pertanto. Eppure sembra che per ciò molti sacerdoti non cantano affatto, forse credendosi stonati. O i chitarristi musicalmente incompetenti pensano forse di fare bene ad accompagnare sempre il canto perfino gregoriano magari! Invece così rendendolo tutto smodato. Cioè così quindi, adattandosi la voce all'intonazione dello strumento temperato artificiale, come sopra detto, il gregoriano naturale diventa invece tutto smodato. E non è più lo stesso, né bello veramente.

Per tutto ciò dunque chi sia sia, vestiti da religiosi o laici in borghese, con titolo musicale o devoti dilettanti, gregorianisti o no, per il culto divino, irragionevole voler continuare a persistere nell'errore, quando si può apportare già soluzione migliore!















RITMO

a) Deus creator omnium: versus iste octo syllabarum brevibus et longis alternat syllabis: quattuor itaque breves; prima, tertia, quinta, septima [....]. Quantum sensus manifestus est, brevi syllaba longam metior eamque sentio habere bis tantum" (Augustinus, Confessiones, XI,27).
b) "Musica ex principiis per arithmeticam notis [procedit]". "Musica considerat sonos non in quantum sunt soni, sed in quantum sunt secundum numeros proportionales". (Thomas Aquinas: - Summa Theologiae, I,I,2; - cit. in Comm.Boeth De Trinitate 5.3 ad 6 Boezio mus I, 7 http://users.unimi.it/~gpiana/dm5/dm5dancr.htm ).
c) "At vero musicae ratio, ad quam dimensio ipsa vocum rationabilis et numerositas pertinet, non curat nisi ut corripiatur vel producatur syllaba, quae illo vel illo loco est secundum rationem mensurarum suarum" (Augustinus, De musica, II,1)
Lo stesso Agostino, padre della Chiesa, compose il De Musica in sei libri, nei quali ha dimostrato che la voce umana possiede per sua natura suoni ritmici e un'armonia che si esprime attraverso sillabe lunghe e brevi" (Cassiodoro, Institutiones, V,10
d) "Regula aequalitati": "aequalitatem ac similitudinem inaequalitati ac dissimilitudini praestantiorem" (Augustinus, De musica, II,9)
e) "Modulatio ad quemvis cantorem, tantum qui non erret in illis dimensionibus vocum ac sonorum; bona vero modulario ad hanc liberalem disciplinam, id est ad musicam, pertinere arbitranda est"; "quia bene moveri jam dici potest, quidquid numerose servatis temporum atque intervallorum dimensionibus movetur (jam enim delectat e ab hoc modulatio non incongrue jam vocatur); fieri autem potest, ut ista numerositas atque dimensio delectet, quando non opus est; ut si quis suavissime canens, et pulchre saltans, velit eo ipso lascivire, cum res severitatem desiderat: non bene utique numerosa modulatione utitur; id est ea motione quae jam bona, ex eo quia numerosa est, dici potest, male ille, id est incongruenter utitur" (Augustinus, De musica, I,3)
"Si aliquis cantet propter devotionem, attentius considerat quae dicuntur, tum quia diutius moratur super eodem" (Thomas Aquinas, Summa Theologiae, II,II,91).
f) "Con Ambrogio l' innodia conobbe una nuova e definitiva configurazione: il breve verso di quattro giambi (il giambo è costituito da una sillaba breve e da una lunga) [....] avvia un processo evolutivo che vedrà prima la coincidenza tra sillabe lunghe e sillabe accentate"
"Un interrogativo difficile riguarda l'interpretazione ritmica degli inni di Ambrogio e dei successivi innografi [....] Il ritmo del testo era trasferito anche alla musica? [....] è lecito pensare che, soprattutto alle origini [....] il giambo abbia informato alla propria misura prosodica i suoni del verso" (Storia della musica 1, Il Medioevo I, G. Cattin, a cura della Società Italiana di Musicologia, EDT, IV ristampa 1987, cap. 5, pag. 22)

VERSI





PROSE
















TONO

"De musicis numeris [....] Quae autem vocatur in numeris sesquitertia, diatessaron in melodia; quae autem in numeris sesquialtera, diapente vocatur in vocibus. Quae dupla in numeris, diapason in consonantiis [....] Quapropter octo superant sex superant sex (sexies) duabus monadibus, id est tertia de sexis et superantur octo a duodecim quatuor monadibus tertia portione. Qua parte superat, eadem superatur. Sed haec ratio quemadmodum in mundo est ex volubilitate circulorum, ita et in microcosmo in tantum praeter vocem valet, ut sine ipsius perfectione etiam homo symphoniis carens non constet" (Isidorus Sivigliensis, Sententiae, 9, TML).
"III [....] Id enim secundum Ptolomaeum armonicus videtur intendere, ut id, quod sensus indicat, ratio quoque perpendat, et ita ratio proportiones inveniat, ut ne sensus reclamet, duorum horum concordia omnis armonici intentio misceatur. Atque in eo maxime Aristoxenum ac Pythagoricos reprehendit, quod Aristoxenus nihil rationi sed tantum sensibus credit, Pythagoricos autem, quia minimum sensibus, plurimum tamen proportionibus rationis invigilent [....] XVIIII. Quemadmodum Ptolomaeus tetrachordorum divisionem fieri dicat oportere [?]" (Boethius, De institutione musica, 5, TML).
"Che'l Diatonico Naturale, ò syntono di Tolomeo sia quello, che dalla natura è prodotto, & che naturalmente habbia la sua forma da i Numeri harmonici.Cap. 39. Che'l Tetrachordo Diatonico naturale, ò uogliamolo dire syntono, posto nel Cap. 16. è diuiso, ouer ordinato secondo la natura & passione de i Numeri harmonici; conciosia ch'esso si ritroua in atto tra le chorde della Diapason, diuisa nelle sue parti in Sette interualli, secondo la natura & proprietà de i detti numeri. [....] Della diuisione del Monochordo Naturale"
(Gioseffo Zarlino, Music treatises, TMI: Institutioni harmoniche 1589, 4).
"Che l'Ordine naturale, ò natural Sito delle Consonanze, non fù conosciuto da Pithagora ne d'alcun'altro de gli Antichi Filosofi
(Gioseffo Zarlino, Music treatises, TMI: Sopplimenti musicali 1588, 3,5)
["Cithara enim simfoniarum gradus habet quinque, secundum quod Pithagoras ait, dum numerorum arithmeticos modulos ad symphoniarum adduxisset concordiam; prima enim simphonia diapason, quod est in aritmeticis diplasion, quod nos in Latinis I ad II dicimus; secunda simphonia diapente, quod est in arithmeticis emiolius, quod nos Latine II ad III nuncupamus; tertia simphonia diatessaron, quod est in arithmeticis epitritus, id est III ad IV; quarta simphonia dicitur tonus, quod aput arithmeticos epocdous nuncupatur, aput nos V ad IV; et quoniam ultra arithmeticus ordo progredi non patitur propter nouenarium limitem, quia decimus alterius ordinis primus gradus est, contingit ergo ut habeat quintam simphoniam quae armonia nuncupatur, id est VIII ad IX; nullum enim ultra numerum coniunctiorem inuenies" (Fulgentius, Mitologiarum, TML, III,9)]






PROPORZIONI TONALI NATURALI (GREGORIANE)


corda (monochordus o sonometro):                                                                                                                           

         0                                                                    1/2 8/15   3/5     2/3       3/4   4/5        8/9          1/1      
|________________________________________|__|_____|_____|______|____|_______|________|

tono:                                                                    c    B       A       G        F       E           D             C    
                                                                               2/1 15/8  5/3     3/2       4/3    5/4         9/8          1/1     
                                                                                                                                 

C = DO
D = RE
E = MI
F = FA
G = SOL
A = LA
B = SI
c = do




M = media aritmetica = (a+b)/2             N = numero armonico

a=C=2/1 , b=C=1/1 >>> M=(2/1+1/1):2=3/2=G , N=(2/1x1/1):M=2:(3/2)=4/3=F

a=G=3/2 , b=C=1/1 >>> M=(1+3/2):2=5/2x1/2=5/4=E ,

a=F=4/3=N , b=C=2/1 >>> M=(4/3+2):2=10/6=5/3=A

a=C=1/1 , b=E=5/4 >>> M=(1/1+5/4):2=9/8=D

La scala naturale, gregoriana, ha la perfezione delle consonanze e dissonanze, perché tutti toni di essa, eccezione fatta per il settimo B, sono trovati con la media aritmetica e il numero armonico, a base dell'armonia naturale del creato, l'armonia delle sfere. Cioè quindi le consonanze di quinta C-G, quarta C-F, terza C-E e sesta C-A non producono battimenti o ondulazioni di suono, causa oggettiva di dissonanza. Invece le dissonanze di seconda C-D e specialmente di settima C-B ne producono il massimo consentito, possibile. Ciò significa anche che certe dissonanze, nel naturale offensive per l'orecchio per le loro spigolature marcate, diventano meno offensive o più ammesse nel temperamento moderno per le loro spigolature arrotondate. Come dimostrabile facilmente dal raffronto fra l'>>>uso dell'accordo di settima ad esempio preparato nella polifonia temperata moderna e non preparato in quella zarliniana o naturale polifonica. E si potrebbe dimostrare anche con >>vari giri armonici. Infatti scala o tonalità temperata e scala o tonalità naturale (zarliniana) non sono la stessa cosa (benché usata indifferentemente oggi in pratica ancora sembra purtroppo). Come di seguito dimostrabile con confronto audio pure.

Altre ulteriori spiegazioni dettagliate qui e su questioni




proporzioni di tutti i toni della scala cromatica naturale

ex: Accordature e accordatori, Righini, Bèrben, 1979



rigo e chiavi di lettura delle note












H
ARMONIA GREGORIANA

SCALA NATURALE (ZARLINIANA OMOFONICA)
O DEL TETRACORDO DIATONICO NATURALE
O DEL TETRACORDO SYNTONO DI TOLOMEO


'Intense Diatonic Syntonon'
in (freeware software) SCALA
(ptolemy.scl)

DegPitch Cents INTERVALE7E53FREQUENCYName
0 1/1 0.0000 111.7313 C C 261.6255 unison, perfect prime
1 9/8 203.9100 203.9100 D D 294.3287 major whole tone
2 5/4 386.3137 182.4037 E E\ 327.0319 major third
3 4/3 498.0450 111.7313 F F 348.8340 perfect fourth
4 3/2 701.9550 203.9100 G G 392.4383 perfect fifth
5 5/3 884.3587 182.4037 A A\ 436.0426 major sixth, BP sixth
6 15/8 1088.2687 203.9100   B\ 490.5479 classic major seventh
7 2/1 1200.0000 111.7313 C C 523.2511 octave



A (gregoriano) = A (zarliniano)
B (gregoriano) = B (zarliniano)
D (gregoriano) = D (zarliniano)
E (gregoriano) = E (zarliniano)
F (gregoriano) = F (zarliniano)
G (gregoriano) = G (zarliniano)

H(A+B+D+E+F+G) (gregoriano) = H(A+B+D+E+F+G) (zarliniano)

Su questa scala naturale, o zarliniana,
gravita spontaneamente la voce umana
per l'armonia umana naturale








CONFRONTO ACUSTICO SONORO
FRA LA SCALA NATURALE VOCALE DEL CANTO GREGORIANO ANTICO
E LA SCALA TEMPERATA ARTIFICIALE DEGLI STRUMENTI TASTATI


scala naturale (diatonica) su tastiera (diatonica)


scala naturale o zarliniana (cromatica) su tastiera (cromatica)


scala temperata (cromatica) su tastiera (cromatica)



confronto
scala temperata (cromatica) e tastiera naturale (cromatica)



A (gregoriano) ≠ A (temperato)
B (gregoriano) ≠ B (temperato)
D (gregoriano) ≠ D (temperato)
... ≠ ...



H(A+B+C+...) (gregoriano) ≠ H(A+B+C+...) (temperato)

Dal questo confronto fra le tonalità
temperata e naturale risulta che
solo i toni estremi C=1/1 e C=1/2
sono uguali. Tutti gli altri sono
poco più crescenti o calanti fra loro.

Così queste simili differenze
di intonazione non sono molto
sensibili sembra nella omofonia.
Invece possono creare forte
distorsione armonica nella polifonia.
Come ad esempio qui in Beethoven
(suonato prima temperato e poi naturale

su tastiera elettronica adatta).
Specialmente se sono presenti nel brano
alterazioni (# e b) o tasti neri sembra.
Ma anche senza ovviamente.

Come poi il trasporto tonale dimostra evidente
tutto ciò e sensibili assai le differenze
armoniche reali fra scala naturale e
scala temperata. Sempre possibile
perfettamente su scala temperata,
mai invece su scala naturale (senza
almeno spostare tutta l'accordatura
o diapason dello strumento a tastiera).
Come negli esempi qui (realizzati
con programmi softwares musicali adatti)

trasporto musicale tonale temperato

trasporto musicale tonale naturale

Meno sensibili ma assai presenti
e influenzanti la musica pur sempre
le differenze armoniche nel trasporto
modale fra i due tipi di armonia
Come negli esempi di seguito.

comparazione del trasporto musicale modale
fra la tonalità temperata e la tonalità naturale

In ogni caso infatti ciò, assai più che
il cambiamento del gusto nel tempo,
ha determinato il passaggio dalla
musica antica prettamente di
genere vocale,
alla moderna di genere invece
strumentale o accompagnata.
E per conseguenza nemmeno va mai bene
il canto gregoriano accompagnato
su tastiera moderna temperata









CONFRONTO* ACUSTICO SONORO
FRA CANTO VOCALE NATURALE E ACCOMPAGNAMENTO CON CHITARRA*
(O ORGANO* DA CONCERTO O ALTRA SIMILE TASTIERA BENE TEMPERATA*)

* = armonia naturale vocale
* = armonia temperata artificiale
confronto audio fra le due armonie

Senza chitarra il popolo scende di tono dicono... Vedete dalla figura delle tacche del sonometro che solo i DO coincidono fra armonia temperata strumentale e armonia naturale umana. Che? Se un canto inizia in DO e finisce in SOL, la chitarra da il tono in DO; quando arriva in SOL la voce a solo fa un tono, la chitarra un altro. Per questo non coincidono tanto semplicemente.


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